Banca Europea degli Investimenti – Inchiesta EPPO
Banca Europea degli Investimenti – Inchiesta EPPO Un’inchiesta di EPPO ha scosso la Banca europea degli investimenti (BEI), sollevando accuse di corruzione, abuso di influenza e appropriazione indebita di fondi europei. L’ex presidente della BEI, Werner Hoyer, è al centro delle indagini insieme a un ex funzionario dell’istituto, Henry von Blumenthal. Secondo quanto riportato da Politico (24 giugno), l’EPPO aveva aperto dei fascicoli nei confronti di “due persone sospettate di corruzione e abuso di influenza, nonché di appropriazione indebita” di fondi europei in seguito a segnalazioni dell’Olaf, (l’agenzia antifrode dell’UE), e riguarderebbe un compenso eccessivo corrisposto ad un ex dipendente della banca come liquidazione, per motivi da appurare. Il primo indagato eccellente è Werner Hoyer, un tedesco che è stato a capo del braccio creditizio dell’Unione e la seconda persona indagata è Henry von Blumenthal, cioè appunto l’ex funzionario la cui buonuscita ha insospettito l’Olaf e che, come Hoyer, ha già subìto la perquisizione della proprietà. Hoyer ha respinto con forza le accuse, definendole “assolutamente assurde e infondate”, mentre l’avvocato di von Blumenthal ha confermato le perquisizioni senza specificare ulteriormente le accuse mosse contro il suo cliente. La BEI, istituzione cruciale nell’economia europea, è stata recentemente al centro di attenzioni per il suo ruolo durante la pandemia e per il suo coinvolgimento nella risposta all’aggressione in Ucraina. Questo caso evidenzia la complessità delle indagini transnazionali condotte dall’EPPO e la rilevanza del diritto penale europeo nel gestire presunti reati finanziari che coinvolgono istituzioni di alto profilo come la BEI. Condividi: Articoli Recenti Contattaci
La partecipazione della Polonia all’Ufficio del Procuratore Europeo
La partecipazione della Polonia all’Ufficio del Procuratore Europeo: pronti si parte! La Polonia ha notificato alla Commissione Europea la sua intenzione di partecipare all’Ufficio del Procuratore Europeo (EPPO) lo scorso 5 gennaio 2024. Questa adesione, confermata dalla Commissione il 29 febbraio 2024, rende la Polonia il ventitreesimo Stato membro dell’EPPO. La notizia è che l’ufficio sarà operativo nel paese a partire da luglio 2024, con la nomina di almeno un Procuratore Europeo e 24 procuratori delegati distribuiti in quattro uffici regionali. Questo passo segna un significativo impegno della Polonia nella lotta contro la criminalità transfrontaliera e la corruzione, rafforzando la cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea. La partecipazione all’EPPO non solo potenzia le capacità investigative del paese, ma dimostra anche una forte volontà di contribuire alla giustizia europea. I reati di competenza dell’EPPO in Polonia saranno perseguiti per eventi successivi al 1° giugno 2021, data in cui l’EPPO ha iniziato le sue operazioni. A questo proposito, ricordiamo che, secondo l’articolo 120 del Regolamento EPPO, “Per gli Stati membri che partecipano ad una cooperazione rafforzata in virtù di una decisione adottata ai sensi dell’articolo 331, paragrafo 1, secondo o terzo comma, TFUE, questo regolamento si applica a partire dalla data indicata nella decisione in questione.” Inoltre, secondo l’articolo 2, paragrafo 2, della decisione della Commissione, gli articoli da 24 a 27 e 31 del regolamento (UE) 2017/1939 si applicheranno in Polonia a partire dal ventesimo giorno della nomina del procuratore europeo polacco ai sensi dell’articolo 16 del suddetto Regolamento. Tale disposizione si è resa necessaria per concedere tempo sufficiente, a partire dalla data di nomina del procuratore europeo (e dei procuratori europei delegati), affinché l’EPPO fosse operativo in Polonia, anche per l’avvio e la evocazione di casi e le indagini transfrontaliere. La logica alla base della scelta del 1° giugno 2021 come data a partire dalla quale l’EPPO è competente in Polonia e le disposizioni transitorie sono spiegate nei considerando da 10 a 21 del preambolo della citata decisione della Commissione. L’entusiasmo con cui la Polonia si unisce all’EPPO riflette una chiara determinazione a migliorare l’efficienza delle indagini e dei procedimenti penali, promuovendo un approccio più integrato e collaborativo a livello europeo. Questa mossa è vista come un passo positivo verso una maggiore integrazione e sicurezza nell’Unione Europea, garantendo che la criminalità non conosca confini almeno in Europa. Articolo a cura di Floriana Barbata Condividi: Articoli Recenti
Forum Shopping For Evidence – Il percorso del Cavallo
Forum Shopping For Evidence – Il percorso del Cavallo Il c.d. trojan horse – captatore informatico inoculato direttamente sul cellulare dell’indagato attraverso un virus ed attivato da remoto – è senz’altro la misura investigativa più pervasiva della privacy che oggi la tecnologia consenta agli inquirenti di utilizzare, risolvendosi in un vero e proprio sistema di sorveglianza elettronica a distanza in grado di raccogliere dati relativi alla persona a trecentosessanta gradi; dati il cui filtro della valutazione di utilità ai fini di indagine si pone perciò necessariamente a valle piuttosto che a monte della raccolta medesima. In Italia il cavallo di Troia ha avuto un successo clamoroso ed è entusiasticamente adoperato con una certa larghezza a dispetto del suo intrinseco carattere di extrema ratio investigativa: un processo di progressiva normalizzazione già sperimentato ed anzi ormai del tutto compiuto per le intercettazioni telefoniche d’antan. D’altronde non esiste nel nostro Paese una normativa specifica di tale strumento, restando la suaregolamentazione – con buona pace della prevedibilità – affidata ad un guazzabuglio pressoché inestricabile di pochi e slabbrati limiti legali; precedenti giurisprudenziali fondati per analogia ovvero dissomiglianza sempre e comunque sulla disciplina delle intercettazioni telefoniche a dispetto del carattere ontologicamente diverso tra i due strumenti in questione; best practices maturate in corsa dalle varie Procure territoriali; infine, sporadici quanto contraddittori agganci al diritto comunitario. Sta di fatto che la natura immateriale del malaware tende a superare agevolmente i confini territoriali disegnati sulla carta e con essi la correlativa sovranità degli Stati; basti pensare che sin dal 2020 la Cassazione ha sdoganato la possibilità di procedere ad operazioni di intercettazione all’estero a partire da trojan inoculati in Italia senza la necessità di richiedere rogatorie internazionali, tutto sul presupposto che l’ineffabile captatore possa ritenersi legato al server sito nelle procure italiane come un palloncino col filo: un ragionamento ben poco aderente alla realtà della natura ormai immateriale anche dei server medesimi, di fatto tutti in cloud a dispetto della collocazione fisica dei loro macchinari di mero appoggio. Si tratta di un vero e proprio trend; basti considerare che lo stesso Regolamento 2023/1543, nell’introdurre gli ordini europei di conservazione/di produzione di prove elettroniche, ha bypassato la necessità, per leautorità inquirenti del paese richiedente tali ordini, di rivolgersi alle autorità giudiziarie dello stato di esecuzione, prevedendo che gli stessi – a determinate condizioni – possano essere inoltrati direttamente ai provider di servizi del paese di esecuzione. Insomma la dematerializzazione dei dati, oltre che ad una condivisione delle informazioni private tra organi inquirenti dei paesi comunitari più agevole, porta con sé anche l’oggettiva difficoltà di discernere, di volta in volta, i regimi giuridici e le garanzie applicabili.L’abuso – specie con sistemi di indagine particolarmente intrusivi – è dietro l’angolo. Lo ha evidenziato con una certa chiarezza la PEGA 5 – Commissione del Parlamento Europeo deputata alla verifica di come i Paesi dell’Unione utilizzino gli spyware – che nel report finale del 22 maggio 2023, preso preliminarmente atto della mancanza della benché minima volontà di collaborare a fornire informazioni da parte degli Stati Membri, ha poi concluso che tali strumenti investigativi – tra cui, nello specifico, anche quelli forniti da società di servizi che operano con le Procure italiane – sono stati usati non solo per motivi leciti ma anche illeciti quali monitorare ed attaccare dissidenti politici, giornalisti ed attivisti per i diritti umani. Un campanello di allarme che non pare abbia raccolto l’interesse che meritava né da parte delle Istituzioni Comunitarie, né da parte dei media. E’ in tale contesto che penso sia interessante leggere oggi le prerogative della Procura Europea (EPPO) in tema di raccolta transnazionale della prova elettronica. Più in particolare l’art. 31 del Regolamento 2017/1939 8 prevede che allorquando la misura investigativa vada eseguita in un Paese diverso da quello di partenza del Procuratore Europeo Delegato (PED) del caso, essa debba essere assunta in conformità del diritto del paese in cui la misura è eseguita. Si tratta di una regola in controtendenza col progressivo sfaldamento dei confini di sovranità giuridica visto prima o, in realtà, della massima espressione di tale sfaldamento? E’ già stato ampiamente rilevato come EPPO, sia pur a determinate condizioni, possa scegliere diincardinare le indagini in un Paese di comodo, vale a dire che presenti minori garanziegiuridiche/trattamenti sanzionatori più severi/condizioni più agevoli per richiedere misure cautelari o reali, etc.: è il fenomeno del c.d. forum shopping. Ebbene, il fatto di poter applicare anche da un altro Paese le regole giuridiche del Paese in cui si esegue la misura investigativa pare offrire ai Procuratori Europei Delegati un ulteriore, potentissimo strumento: il c.d. forum shopping for evidence, vale a dire la possibilità di selezionare anche un altro paese – diverso da quello cui incardinare le indagini – dove eseguire le misure investigative secondo criteri meno rigidi: un mix esplosivo che pone non pochi problemi a chi dovrà poi farsi carico della difesa dei diritti degli inquisiti, specie quando le misure in questione sono le più intrusive esistenti. E il pensiero ritorna, inevitabilmente, al cavallo. E’ giusto che la Procura Europea possa dribblare le regole tra Stati comprimendo la certezza del diritto? D’altro canto profittare degli spazi investigativi è nella natura degli organi inquirenti, sicché proprio non si può fare una colpa all’EPPO di volersi rendere più performante.Il punto è che sarà la stessa esistenza di EPPO e dei problemi ad essa correlati (come quello del percorso del cavallo) a dover giocoforza determinare – a lungo andare – una maggior armonizzazione del penale europeo, come sin qui non è mai stato ritenuto politicamente opportuno dagli Stati Membri. Si tratta di una evoluzione che passerà, negli anni, sulla pelle dei cittadini europei che si troveranno a fronteggiare le storture di un sistema in progress e sulle capacità di cooperazione dei loro avvocati che dovranno provare a porvi rimedio. Avv. Irene Lepre Condividi: Articoli Recenti
Corso di Formazione su EPPO a Bruxelles – Foto
Corso EPPO Observatory a Bruxelles – Foto Corso di Formazione su EPPO “Procura Europea & La nuova figura dell’avvocato europeo” Il 29 e 30 Aprile 2024 si è svolta la seconda edizione del corso di formazione “EPPO | Procura Europea & La nuova figura dell’avvocato europeo”. Oltre 50 avvocati, professori e studenti si sono ritrovati a Bruxelles, per discutere del futuro delle indagini transfrontaliere. Corso di Formazione su Eppo – I partner Eppo Observatory ha avuto l’onore di organizzare questo corso di alta formazione con MasterLex, un’importantissima realtà italiana di formazione forense, e Camera di Commercio Belgo Italia. Insieme abbiamo curato le operazioni durante i mesi precedenti. Insieme a noi, in qualità di partners, ANF, lo Studio Legale Leone-Fell & C., AGIUS, ADU, Dogma SPA, e Lumsa. Rivivi gli highlights del corso – Photo Gallery Condividi: Articoli Recenti Contattaci
EPPO – Procura Europea | Terzo anno di operatività
Terzo anno di attività per EPPO – Procura Europea L’1 giugno 2024 EPPO festeggia i primi 3 anni di operatività. La nuova Istituzione Europea con sede in Lussemburgo (sita proprio accanto la Corte di Giustizia UE e la Corte dei Conti UE) ha avviato la sua operatività proprio il primo giugno 2021 segnando di fatto un radicale cambio di paradigma nel panorama del diritto penale europeo attraverso il superamento dei normali e vecchi strumenti di cooperazione giudiziari nel contrasto al crimine organizzato transnazionale ed alle frodi transfrontaliere. La creazione di una procura unica a livello Europeo incaricata di indagare e rinviare a giudizio gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari del bilancio UE, rappresenta certamente un evento senza precedenti nella storia del processo di integrazione tra i Paesi Ue. In questa ricorrenza della creazione della Procura Europea non può non ricordarsi -stante anche la vicinanza temporale con la sua morte – del contributo reso da un grande magistrato che ha inciso nella creazione di EPPO. Nella creazione di EPPO c’è la visione delle indagini transnazionali di Giovanni Falcone attraverso il suo metodo “Follow the money”. Con il suo metodo “seguire il denaro” è stato il primo a comprendere che la criminalità organizzata aveva spostato la sua attenzione sul campo economico-imprenditoriale, attraverso il coinvolgimento dei c.d. “colletti bianchi”. Come infatti ha avuto modo di evidenziare l’ex Ministro della Giustizia, Marta Cartabia: “l’esigenza di una Procura sovranazionale nonché la figura di un Procuratore Capo nel panorama europeo costituiscono una vera e propria eredità del magistrato Giovanni Falcone, che è stato il primo ad intuire che occorreva una protezione degli interessi finanziari a livello europeo”. Impatto finanziario che ammonta a quasi 20 miliardi di Euro L’attività di EPPO solo in questo 2023, attraverso il rapporto reso pubblico in data 1 Marzo 2024 ci indica 1.927 indagini in corso, con un impatto finanziario stimato per il bilancio dell’Unione Europea che supera i 19,2 miliardi di euro. Inoltre, sono stati emessi 139 rinvii a giudizio, registrando un aumento superiore al 50% rispetto all’anno precedente. Le richieste di congelamento di beni presentate e concesse dai giudici ammontano a 1,5 miliardi di euro, evidenziando un aumento significativo rispetto al 2022. In tutto questo l’Italia risulta essere al primo posto per indagini e danni economici essendo prima anche per le indagini avviate sui finanziamenti legati al NextGenerationEU con ben 179 su un totale di 206 inchieste attive alla fine del 2023. Condividi: Articoli Recenti Contattaci
Maxi Frode UE – 600 Milioni sui fondi PNRR
Maxi Frode UE per 600 milioni di Euro – 23 Arresti Nell’ambito dell’ultima Maxi Frode UE, sono state emesse 23 misure cautelari dal GIP del tribunale di Roma su richiesta del (PED) Procuratore Europeo Delegato, Dott.ssa Donata Patricia Costa dell’EPPO di Venezia. “Per la realizzazione della Maxi-Frode ci sarebbe stato un sodalizio criminale con il coinvolgimento di svariati prestanome e l’ausilio di quattro professionisti”, spiega la Guardia di Finanza, che avrebbe preso di mira i fondi del PNRR nell’ambito della digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo. Ad insospettire gli inquirenti sarebbero state oltre 100 segnalazioni di operazioni sospette (provenienti anche da Financial Intelligence Unit estere) collegate agli indagati che, assieme ai riscontri raccolti attraverso acquisizioni documentali e indagini bancarie, avrebbero consentito d individuare i presunti autori della Maxi Frode UE. La Guardia di Finanza evidenzia che era stato messo in piedi un “raffinato apparato di riciclaggio e autoriciclaggio” degli ingenti profitti illeciti attraverso un complesso reticolato di società fittiziecostituite anche in Austria, Slovacchia e Romania. Gli indagati si sarebbero avvalsi anche dell’utilizzo di Software di intelligenza artificiale (AI) peraumentare la velocità di produzione di documenti falsi per occultare e proteggere l’illegale business da eventuali controlli e per trovare nuove modalità di monetizzazione dei crediti inesistenti. Il rapporto annuale EPPO aveva già evidenziato questi pericoli Il Rapporto annuale EPPO 2023, (pubblicato l’1 Marzo 2024), aveva già evidenziato ben 1.927indagini, con un impatto finanziario stimato per il bilancio UE che supera i 19,2 miliardi di euro, registrando un aumento superiore al 50% rispetto all’anno precedente. Dal report è emerso che l’Italia è prima per le indagini avviate sui finanziamenti legati al NextGenerationEU: ben 179 su un totale di 206 inchieste attive alla fine del 2023. Le indagini EPPO hanno portato al rinvio a giudizio di 256 individui e al congelamento di beni per un valore complessivo di 395,3 milioni di euro. Una panoramica dell’attività giudiziaria mette in luce la gestione di 98 procedimenti in corso, 22 sentenze di primo grado di cui 17 già definitive,13 condanne e 4 assoluzioni. Condividi: Articoli Recenti
Pfizergate EPPO indaga su un affare da 20 miliardi di euro
Pfizergate EPPO indaga su un affare da 20 miliardi di euro Negli ultimi mesi gli investigatori della Procura europea hanno preso il posto dei procuratori belgi nelle indagini sulle accuse di illecito penale in relazione alle trattative sui vaccini per il Covid-19 tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla. L’accordo con Pfizer nel 2021 -negoziato da von der Leyen aveva sollevato non poche perplessità data l’enorme quantità di vaccini acquistati. Politico ha rivelato alla fine dello scorso anno che c’erano almeno 4 miliardi di euro di dosi sprecate. Da allora il contratto per il vaccino con Pfizer è stato rinegoziato. L’indagine – che è stata originariamente aperta dalle autorità giudiziarie belghe nella città di Liegi all’inizio del 2023 dopo una denuncia penale presentata dal lobbista locale Frédéric Baldan- riporta Politico, sono per “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di Sms, corruzione e conflitto di interessi“. Successivamente si sono aggiunte altre due denunce dei governi ungherese e polacco. In New York Times, che per primo aveva rivelato la vicenda, ha avviato a sua volta una causa parallela contro la Commissione dopo che questa si era rifiutata di rivelare il contenuto dei messaggi in seguito ad una richiesta di accesso ai documenti. Questi nuovi sviluppi arrivano mentre von der Leyen cerca di ottenere un secondo mandato alla guida della Commissione Ue, che finora si è rifiutata di rivelare il contenuto degli sms e addirittura di confermarne (o smentirne) l’esistenza. Condividi: Articoli Recenti Contattaci
Pubblicato il Rapporto Annuale Procura Europea EPPO 2023
Pubblicato il Rapporto annuale della Procura Europea EPPO per il 2023 Il Rapporto annuale della Procura europea (EPPO) per l’anno 2023, reso pubblico in data 1 Marzo 2024, presenta una rassegna dettagliata delle attività investigative svolte. Al 31 dicembre 2023, l’EPPO ha documentato la conduzione di 1.927 indagini in corso, con un impatto finanziario stimato per il bilancio dell’Unione Europea che supera i 19,2 miliardi di euro. Inoltre, sono stati emessi 139 rinvii a giudizio, registrando un aumento superiore al 50% rispetto all’anno precedente. Le richieste di congelamento di beni presentate e concesse dai giudici ammontano a 1,5 miliardi di euro, evidenziando un aumento significativo rispetto al 2022. Italia al primo posto per indagini e danni economici Per quanto concerne l’Italia, il rapporto rivela che sono state avviate 618 indagini, di cui 160 caratterizzate da una componente transnazionale. L’Italia è prima anche per le indagini avviate sui finanziamenti legati al NextGenerationEU: ben 179 su un totale di 206 inchieste attive alla fine del 2023. Le indagini EPPO hanno portato al rinvio a giudizio di 256 individui e al congelamento di beni per un valore complessivo di 395,3 milioni di euro. Una panoramica dell’attività giudiziaria mette in luce la gestione di 98 procedimenti in corso, 22 sentenze di primo grado di cui 17 già definitive, 13 condanne e 4 assoluzioni. Immagine estrapolata dal Rapporto EPPO 2023 Condividi: Articoli Recenti
Nasce AMLA | Lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo
AMLA a Francoforte – Dal 2025 sarà attiva una nuova autorità europea Il 22 febbraio 2024 è stata individuata la sede della nuova autorità europea per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo che sarà Francoforte. L’AMLA, ovvero l’autorità europea per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, avrà sede a Francoforte, avrà più di 400 dipendenti e inizierà a lavorare dal 2025. Si aggiunge un altro importantissimo tassello nella creazione e rafforzamento dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia all’interno del territorio degli Stati europei. L’Italia, che pure aveva candidato Roma come possibile sede, perde quindi un’altra opportunità di ospitare un’importante agenzia europea, dopo che nel 2017 Amsterdam fu preferita a Milano come nuova sede dell’agenzia del farmaco Ema. AMLA disporrà di poteri di supervisione diretta e indiretta sui soggetti obbligati ad alto rischio nel settore finanziario. Vista la natura transfrontaliera della criminalità finanziaria, la nuova Autorità rafforzerà l’efficienza del quadro di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (AML/CFT) creando un meccanismo integrato con i supervisori nazionali nel settore finanziario e non coordinando le unità di informazione finanziaria negli Stati membri. Oltre ai poteri di supervisione e al fine di garantire la conformità, in caso di violazioni gravi, sistematiche o ripetute di obblighi direttamente applicabili, l’Autorità imporrà sanzioni pecuniarie ai soggetti obbligati selezionati. “Supervisionerà le entità finanziarie più rischiose, sorveglierà il settore non finanziario e svolgerà un ruolo cruciale nell’impedire agli evasori di eludere le sanzioni finanziarie mirate”, ha spiegato il commissario europea per i Servizi finanziari Mairead McGuinness sottolineando che, in base ad una recente riforma, nuove categorie di aziende saranno coperte dalle regole comuni, come le squadre di calcio. Condividi: Articoli Recenti
Presentazione del corso sulla Procura Europea (EPPO) alla Lumsa
Abbiamo presentato il corso sulla Procura Europea (EPPO) alla Lumsa.